INNO DELLA SCUOLA MILITARE (Accademia di Modena)

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IL "Geometra" Comandante del 1° Battaglione Difesa NBC

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giovedì 29 dicembre 2011

IL TEATRO FLAVIO VESPASIANO



Il Teatro Flavio Vespasiano è il principale teatro di Rieti. La posa della prima pietra risale al 16 dicembre 1883, e fu inaugurato il 20 settembre 1893, dopo dieci anni di lavori e ritocchi sotto la direzione dell’architetto milanese Achille Sfondrini. È intitolato all’imperatore Tito Flavio Vespasiano originario di Vicus Phalacrinae (Cittareale).
Il bisogno di realizzare questa struttura nacque quando nel 1882 una legge che dichiarava inagibili i teatri lignei determinò la chiusura del Teatro dei Condomini costruito fra il 1765 e il 1768 in via Terenzio Varrone (struttura preceduta dal Teatro dell’Accademia sito nello stesso luogo e demolito per far posto al successivo.) Tuttavia l’idea di una struttura più ampia era già stata valutata anni prima. Un primo progetto infatti, opera dell’architetto Luigi Poletti, prevedeva la costruzione di una struttura in piazza Oberdan, ma l’idea venne accantonata e le “redini” del progetto vennero affidate all’architetto Vincenzo Ghinelli il quale individuò un nuovo sito in un’area su via Garibaldi. L’opera si dimostrò molto costosa tanto che nel 1859 fu coinvolta nell’iniziativa anche la Cassa di Risparmio della città e 8 anni più tardi il Comune rilevò la completa gestione dei lavori affidandoli all’architetto Achille Sfondrini. Anche l’assegnazione del nome non fu facile. Da una parte c’era chi chiedeva che la nuova struttura venisse intitolata al compositore Reatino Giuseppe Ottavio Pitoni, dall’altra chi sosteneva il nome dell’imperatore romano Tito Flavio Vespasiano, rimproverando al Maestro un’appartenenza troppo clericale e furono poi proprio quest’ultimi a prevalere. Dopo le difficoltà iniziali quindi, il nuovo Teatro della città cominciò a prendere forma e venne finalmente inaugurato il 20 settembre 1893 con il Faust di Gounod e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. Alla fine degli anni novanta del secolo scorso, il teatro è stato restaurato restituendo anche alle facciate, che ormai erano estremamente rovinate, un aspetto decisamente più dignitoso. Nel 2005 altri lavori per l’adeguamento alle norme di sicurezza relative ai locali destinati a manifestazioni pubbliche ne hanno determinato la chiusura, cessata poi il 10 gennaio 2009 con un concerto inaugurale sulle note di musiche eseguite dall'Opera studio dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia e di Roma, diretta dal maestro Marcello Rota. Gli interventi effettuati hanno permesso anche di riportare i colori della sala principale alle tonalità chiare originali e di restaurare ori e stucchi consumati dal tempo.
All’esterno il teatro appare stretto fra gli edifici circostanti e la facciata può essere osservata nella sua interezza solo da una posizione laterale a causa della vicinanza con l’edificio di rimpetto. La facciata posteriore rimane più scoperta ed è visibile, anche essa non perfettamente, dalle piazze Oberdan e Mazzini.

 Il lato ovest, Largo Cairoli, offre una visuale più ariosa della struttura e permette di osservare il tamburo che sostiene la cupola ricoperta da lastre di piombo.
La sala principale, che con il restauro del 2005 ha ritrovato le tonalità “crema” della sua prima apertura nel'800, appare con una platea di 230 poltroncine rosse divisa in due da un corridoio centrale. Sul perimetro si alzano tre ordini di palchi per un totale di 72 palchetti, 24 per piano, sormontati da un loggione, mentre frontalmente al palcoscenico, al livello del secondo ordine di palchi e immediatamente sopra all'ingresso si pone il palco reale, decorato sul soffitto da un ovale a tempera di Giuseppe Casa. I balconi del secondo e del terzo ordine di palchi, cosi come quello del loggione, sono decorati da putti e stucchi che rappresentano vari musicisti i cui nomi sono riportati immediatamente sotto. Il loggione in origine poteva accogliere più di cento persone, tuttavia oggi, per questioni di sicurezza è predisposto per ospitare solo trentatré spettatori. L'intero ambiente è sovrastato da una grande cupola affrescata.
L’originale dipinto della cupola era di Giuseppe Casa. Tale dipinto, lesionato dal terremoto del 1898 venne sostituito nel 1901 da un’opera di Giulio Rolland che celebra il trionfo di Tito e Flavio a Roma in seguito alla vittoria su Gerusalemme.
Il Teatro Flavio Vespasiano è noto per la sua ottima acustica, caratteristica questa che ha ricevuto un riconoscimento ufficiale nel 2002 quando Uto Ughi ha stabilito l'assegnazione della prima edizione del Premio Nazionale per l'acustica proprio al teatro di Rieti, mentre il professor Bruno Cagli, presidente dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia, ha definito il Teatro Flavio Vespasiano il migliore al mondo sotto tale punto di vista.

2 commenti:

150° Corso ha detto...

noi a Rieti amiamo il Teatro Vespasiano dove da bambini..................

150° Corso ha detto...

nel lontano 1960 ho partecipato ad uno spettacolo con mia sorella al teatro Vespasiano per la ................

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